giovedì 11 dicembre 2008

La geotermia della Rift Valley darà energia all´Africa

L´utilizzo del "vapore della terra" per creare energia ha ormai più di un secolo, ma la geotermia è pronta per diventare il futuro energetico dell´Africa orientale e a trasformare la Rift Valley nella grande centrale geotermica del XXI secolo.
La notizia arriva mentre in Paesi poveri del mondo, come Guatemala e Papua Nuova Guinea, si sta puntando sul geotermico come alternativa ai combustibili fossili.
L´Environment programme dell´Onu (Unep) e il Global environment facility (GEF) hanno annunciate il completamento del completamento del progetto sperimantale di prospezioni in Kenia che avrebbe superato tutte le aspettative: i pozzi geotermici sarebbero in grado di produrre da 4-5 MW a 8Mw di elettricità, il che potrebbe portare a un risparmio di 75 milioni di dollari della bolletta petrolifera con la messa in opera di impianti geotermici per a 70MW installati.
Risultati eclatanti e molto interessanti anche per gli investitori, che aprono la strada ad uno sfprzo internazionale per espandere la geotermia lungo tutta la ciclopica frattura della Rift Walley che corre da Gibuti al Mozambico. Così il progetto, finanziato dal Gef e che coinvolge l´Unep e la Kenyan power company KenGen, potrebbe cambiare le prospettive della geotermia nel pianeta. Il progetto kenyano è stato sviluppato in tre anni utilizzando le tecnice "Micro Seismic" e "Magneto Telluric surveys" e studi per individuare i siti di perforazione più promettenti in località come Olkaria e Naivasha, a solo un´ora d´auto dalla capitale Nairobi. Un impianto geotermico era già operativo nell´area da circa 25 anni e produce 45MW, mentre un´altro messo in funzione nel 2000 ha una capacità di 70 MW. Le nuove tecniche evitano la grande dispersione di vapore e hanno individuato pozzi con potenziale energetico molto più elevato.
L´importanza del progetto la spiega bene il direttore dell´Unep: «Combattere il cambiamento climatico e contemporaneamente ottenere che due miliardi di persone abbiano accesso all´energia, sono tra le sfide centrali di questa generazione. La geotermia è al 10% locale , rispettosa ed amica dell´ambiente, una tecnologia che è stato sotto-utilizzata per troppo tempo. Ci sono almeno 4000MW di energia elettrica pronti per essere raccolti lungo la Rift. E´ giunto il momento di adottare questa tecnologia a vasto raggio al fine di fornire mezzi di sussistenza, per lo sviluppo di energetico e per ridurre la dipendenza dagli inquinanti ed imprevedibili combustibili fossili. Dal luogo in cui il genere umano hanno fatto i suoi primi passi sta emergendo una delle risposte per la sua sopravvivenza su questo pianeta».
Secondo Monique Barbut, presidente del Gef «Superare sotto il profilo economico e tecnico gli ostacoli alla produzione di energia rinnovabili è parte della nostra responsabilità condivisa. Il lavoro nella Rift Valley dimostra che la geotermia non è solo tecnologicamente fattibile, ma efficace per i paesi dell´Africa, dove esiste un potenziale globale di almeno 7000MW». Speriamo che la Rift Valley Africana diventi il faro per una accelerazione future della geotermia in termini di dimensioni e di numero di centrali elettriche a fianco la sua diffusione geografica in tutto il mondo sviluppato e in via di sviluppo».
Due anni fa il Gef ha approvato un finanziamento di 18 milioni di dollari per l´Africa Rift Valley Geothermal Development Facility (ARGeo), un progetto che coinvolge anche Banca mondiale e Unep e che prevede prospezioni geotermiche in Eritrea, Etiopia, Gibuti, Kenya, Uganda e Tanzania, le attività di perforazione dovrebbero iniziare già nel 2009. ARGeo ha un forte sostegno da parte dell´Islanda, il leader mondiale del geotermico, che produce con l´energia della terra il 90% del suo fabbisogno di elettricità, ma anche della Germania che punta molto sull´innovazione tecnologica legata alla geotermia.
Gli impianti kenyani hanno chiesto anche di essere inseriti tra le attività che usufruiscono del Clean development mechanism del Protocollo di Kyoto per un´ulteriore espansione di 35MW.
Per il Kenya la geotermia si sta rivelando una vera e propria benedizione: attualmente il Paese africano produce energia elettrica per circa 1.000 MW, utilizzando soprattutto impianti idroelettrici che sono sempre più in crisi a causa della diminuzione delle piogge, con la geotermia il governo di Nairobi pensa di produrre 1.200 MW entro il 2015.
Intanto sono arrivati anche gli immancabili cinesi che si sono accaparrati lo sviluppo e la gestione del nuovo impianto Olkaria IV che secondo Gef ed Unep dovrebbe essere costituito, con l´utilizzo delle nuove tecnologie, da soli 30 pozzi rispetto ai 30 necessari con i vecchi metodi, con un risparmio di realizzazione valutato in 5 milioni di dollari a pozzo.
Intanto anche dall´altra parte del mar rosso, nello Yemen, sono in corso colloqui con il ministero delle acque e dell´ambiente per avviare prospezioni geotermiche fin dai primi mesi del 2009. La geotermia sta suscitando l´entusiasta attenzione di tutti i Paesi dell´area e anche le Isole Comore, la Repubblica democratica del Congo e il Rwanda hanno chiesto di partecipare al progetto.

Fonte: http://www.greenreport.it/

http://www.geotermicasaval.it/index.php
http://www.geotermicasaval.it/geotermia.php

TAG: IMPIANTI GEOTERMIA

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